lunedì 22 maggio 2006

Terre ancestrali


Lago Munray, 22 maggio 2006. Sulla bacheca del Tok-tok corner campeggia una grande carta del lago Munray. Brian, che presiede l'associazione forestale delle comunita' del lago Munray, indica le foreste attorno al lago, mostra dove le compagnie gia' operano, dove si stanno dirigendo, e indica le foreste gia' demarcate o in via di demarcazione.

La demarcazione non e' un processo semplice. Coinvolge tutto il clan, e si basa sulla memoria e sul consenso. Nel grande spiazzo del villaggio, vengono definiti i confini dell'intera tribu' con una lunga corda. Quindi ogni capo clan con una bacchetta indica i confini del proprio clan, segnandone con delle foglie le localita' di particolare significato nella storia orale tramandata dagli antenati. Nessuno ha facolta' di parola, perche' il tempo della memoria e' un tempo dilatato. Una volta arrivato a segnare i confini con il proprio vicino, passa la bacchetta al relativo capo clan. Sta a qesti andare avanti. Tutti assistono, ed a questo punto chiunque ha il diritto di avanzare critiche, e le eventuali contestazioni vengono risolte in piena trasparenza, di fronte a tutti, verificando i reciproci racconti degli antenati.

Solo a questo punto le squadre miste di forestali, gente del clan e volontari si recano in foresta, dove demarcano i confini delle terre tradizionali con vernice, e nastri e prendendo le coordinate geografiche con il sistema satellitare GPS per poterle riportare su carte digitali ad alta precisione. Queste utlime serviranno per la registrazione ufficiale delle terre.

Ma non e' finita qui. A questo punto inizia la parte piu' importante del progetto. Una volta demarcata la foresta, i clan decidono l'uso che ne faranno. Perche' l'unico modo per sbarrare la strada alla distruzione e' usare la propria foresta in modo autogestito. Contrariamente a qullo che si dice, le grandi compagnie multinazionali del legname non portano sviluppo. Ma i clan tribali ora hanno capito che gestendo la foresta in proprio, possono preservare la loro foresta e al tempo stesso avere i servizi essenziali e delle entrate per assicurarsi uno sviluppo bilanciati, di sicuro molto di piu' di quanto otterrebbero svendendo la propria foresta alle multinazioanli. E senza perdere la foresta.

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