sabato 27 marzo 2004

Non era solo un'impressione

Yaounde', 27 marzo 2004. Gli incontri con organizzazioni non governative, istituti di verifica e enti di cooperazione ci confermano un quadro pessimistico sul processo contro il legno illegale in Camerun: la corruzione e' dovunque, soprattutto ai livelli alti, e il potere in mano a chi ha il denaro contante da offrire ovvero le compagnie di taglio. Per ogni caso che viene scoperto, altri dieci ne spuntano, come un idra dalle molteplici teste. L'unico modo per cambiare davvero le cose, ci ripetono tutti, e' la pressione che riusciamo a esercitare sui mercati europei. Solo la denuncia dei crimini da parte delle compagnie riesce a toccare il loro punto sensibile, ma anche quello della Banca Mondiale, della cooperazione internazionale, del governo: il mercato e il portafoglio. Il blocco di una nave carica di tronchi riesce a smuovere diverse decine di cause legali.

giovedì 25 marzo 2004

Sulle strade del legno illegale.

Yaounde', 25 marzo 2004. Appena usciti dall'aeroporto della capitale, una sagoma scura rivela la presenza della grande segheria della Ingegnerie Forestiere, che chiameremo IngF. L'odore dolciastro di legno tropicale in essiccazione si mescola agli altri odori della sera. Un'aria piena e dolciastra, densa di petrolio, di fiori appassiti, batteri, muffe e vegetazione, di vita che insegue la morte negli angoli oscuri della decomposizione.
La mattina successiva, di fronte a una tazza di te' iniziamo a pianificare il viaggio, a segnare nomi e ipotesi sulla cartina, a discutere obiettivi, mentre il vento inizia a soffiare facendo sbattere porte e finestre. Siamo venuti per verificare cosa accade davvero dall'altro lato del legno: la foresta. Qui infatti si trovano le grandi foreste ancora relativamente intatte, gia' assegnate in concessione alle compagnie del legno. In questa regione mal collegata e poco controllata dalle autorita', le imprese di estrazione del legno dettano legge: sono esse a controllare di strade e servizi, e fino a poco fa finanziavano ufficialmente pubblici ufficiali e gendarmeria. Dalla valle verso le colline di Yaounde' sale una nuvola di povere rossastra che ricopre tutto come nebbia. La segue un violento acquazzone.
L'acqua cade a scroscio, portando via polvere e brandelli di terra, facendo esplodere fognature, lavando e sporcando senza discernere. Guardo ammirato la violenza dell'acqua, e mi domando se non sia un cattivo segno: l'inizio della stagione delle piogge vuol dire strade impraticabili, e sospensione delle attivita' in foresta. Ma qui per tutti l'inizio della stagione delle piogge e' un sollievo. La fine del caldo, della povere, della siccita'.

Taglio illegale

Esse, 25 marzo 2004. Partiamo auto da Yaounde' diretti a Esse, un'ora di macchina dalla capitale, piu' un'altra ora di stradine sterrate e piste. Qui una compagnia di taglio camerunese, la IngF aveva un permesso di taglio, del tipo vente de coupe.
Si tratta di autorizzazioni per sfruttamento di piccoli appezzamenti di foresta (fino a 2.500 ettari) o di uno specifico volume di legno. Questo tipo di permesso, venduto al miglior offerente, senza richiedere alcun piano di gestione forestale, incoraggia uno sfruttamento distruttivo. In genere questi tipo di concessioni non sono controllate, e le foreste sono quelle gestite nel modo peggiore. Ma quello che ci aspetta e' ben peggio: una massiccia operazione di taglio illegale al di fuori dei confino consentiti, su un'area di oltre duemila ettari. Lo sfruttamento illegale non si limita ai bordi dell'area assegnata, ma si estende a un'altra foresta, oltre una savana di qualche chilometro. La IngF non e' nuova a queste pratiche.

La IngF e' recentemente emersa come una delle imprese piu' importanti del settore forestale del Camerun. Nel 2000 la IngF ha ottenuto tre concessioni di sfruttamento forestale, malgrado la scarsa esperienza tecnica nel settore forestale. Secondo uno studio realizzato per conto della Banca Mondiale nel 2000, il capitale della IngF apparterrebbe a Frank Biya, figlio del presidente del Camerun, attualmente all'estero per fuggire un mandato di cattura per frode fiscale.
Malgrado la IngF controlli una vasta estensione di foreste, circa centosettanta mila ettari, e' stata spesso sorpresa in attivita' forestali illegali, e saccheggia da anni le foreste del Camerun, coperta da protezioni di alto livello.

Lasciamo la citta', il suo traffico melmoso, gli stupendi mercati, passiamo campi e pascoli, fino a quando la foresta non si chiude attorno a noi. Missioni precedenti hanno gia' mappato parte dell'area, malgrado cio' il giro non e' breve, e qui non e' facile lavorare: appena fermi, nugoli di mosche, zanzare e altri oggetti volanti non identificati ci si gettano sulla faccia e sulle mani. Ma questo e' niente in confronto a quello che vediamo: uno spettacolo sconcertante di devastazione. La foresta, ben al di fuori dell'area di taglio, e' attraversata da un reticolo di strade e percorsi di trascinamento dei tronchi, un labirinto di sventramenti.
Ogni cento o duecento metri, una larga spianata utilizzata come area di deposito e caricamento dei tronchi, da cui si dipartono, a stella, altre via aperte col bulldozer nella foresta. Ovunque tronchi tagliati e scarti di lavorazione. Il sistema di strade e' cosi' fitto che dobbiamo lasciare l'auto solo quando un albero caduto blocca la strada. Cerchiamo di percorrerne quante possiamo e, dove troviamo tronchi abbandonati e tracce di taglio massiccio, ci fermiamo a raccogliere prove del crimine forestale, a prendere le coordinate col Gps (sistema satellitare impiegato per determinare con esattezza le coordinate geografiche) e a fotografare i ceppi. Tronchi di una ventina di metri sono abbandonati a marcire nella foresta, probabilmente per la fretta che la compagnia aveva di portare via il massimo volume di legname nel piu' breve tempo possibile. Un patrimonio immenso.

Questa foresta non era mai stata tagliata. Ora si vedono chiaramente i grandi vuoti nel suo tessuto. Tutti gli alberi di un certo valore sono stati portati via. Ovunque scarti abbandonati e terra rimossa. Sembra un terreno di guerra, e in un certo senso lo e'. La vita nella foresta e' rigogliosa, e le piante pioniere, le piu' veloci ad occupare il terreno libero, stanno gia' facendo la loro comparsa qua e la', ma e' un tentativo effimero, perche' le strade una volta aperte saranno intensamente utilizzate per la caccia di frodo, per nuove operazioni "spontanee" di taglio, e alla fine per insediamenti agricoli. Questa foresta ferita e' destinata a morire lentamente.

Nel corso dell'ispezione troviamo piu' di un tronco col marchio del Ministero delle Foreste. Solo che al villaggio ci diranno che nessuno ha mai fatto delle ispezioni; pertanto i casi sono due: o un ispettore corrotto ha marcato il tronco abbattuto fuori dall'area consentita, oppure la compagnia dispone di un martello per il timbro a secco, ottenuto da qualche compiacente e corrotto funzionario. In pratica, si autorizza da sola. Un caso da manuale: i permessi, specie quelli per le vente de coupe sono spesso utilizzati in modo abusivo, per coprire lo sfruttamento di aree ben piu' vaste di quelle assegnate. Un recente rapporto della Banca Mondiale rivela come circa il novanta percento delle vente de coupe della provincia orientale del Camerun siano gestite illegalmente. Questo e' solo uno dei numerosi casi di saccheggio illegale, e ci troviamo "dietro l'angolo", facilmente raggiungibile da qualsiasi ispettore forestale, almeno rispetto ad altre aree ben piu' remote.

La sera, ci fermiamo a parlare con la gente del vicino villaggio. Quattrocento persone che vivono in capanne di fango col tetto di lamiera. Qualche capra, e uno o due cani spelacchiati. Gli adulti lavorano nei campi, i bambini raccolgono noci nella foresta.
Ci raccontano come siano stati truffati dalla compagnia. Alcuni di loro hanno avuto lavoro, questo e' vero. Lavoro duro, in foresta, sette giorni su sette, per due euro al giorno. Qual'e' il valore commerciale del legno che hanno abbattuto? Difficile a calcolarsi. Un ragazzo ci racconta dell'incidente accadutogli: un tronco e' scivolato dal bulldozer e gli e' caduto sul piede. Dopo un anno ancora non ha recuperato l'uso dell'arto. Ma non ha ricevuto alcun indennizzo. Ha solo perso il lavoro per i due mesi di immobilita': lo stipendio e' stato trattenuto dalla compagnia per le spese mediche.



La compagnia aveva promesso tante cose alla gente del villaggio per evitare problemi, contestazioni e possibili denunce. Innanzitutto la costruzione di alcune opere sociali come un'infermeria, una casa per gli anziani, una casa per il personale della scuola, ecc. La costruzione e' iniziata subito, per convincere la gente, ma poi si e' impantanata, fino a quando la compagnia ha fatto le valige senza salutare nessuno. Qualche mattone buttato sotto una tettoia di lamiera, che neppure da lontano suggerisce l'idea di un'infermeria, ma descrive bene lo sviluppo portato dall'industria del legno alla gente del posto. Intanto la loro ricchezza se ne va, un tanto al metro cubo. E insieme ad essa, la loro foresta, il loro futuro. La storia e' sempre la stessa, ora alle comunita' non resta nulla. La gente del villaggio chiedera' il permesso di raccogliere almeno i tronchi abbandonati dalla compagnia, circa un centinaio di tronchi, ma sappiamo tutti come andra' a finire: le autorita' non concederanno il permesso alla gente del villaggio, lo offriranno invece a qualche impresa pronta a pagare mazzette. Cosi' vanno le cose.

Sulla via del ritorno, la strada e' una processione di gente che va a piedi da villaggio a villaggio, con ceste enormi sulla testa. Figure silenziose e trasparenti, che l'automobile in corsa appena sfiora nel buio. Ai lati della strada, dalla foresta che costeggia le piste, il canto di grilli, raganelle e altri animali copre il rombo dell'automobile.