domenica 21 maggio 2006

Stazione Forestale



Lago Munray, 21 maggio 2006. Arriviamo al campo dopo pranzo, all'ora del riposo. Cinque canoe intagliate nei tronchi scivolano silenziose sul lago, poi all'improvviso iniziano a rincorrersi, scontrarsi, mentre i ragazzi che le occupano ridono, si schizzano acqua, si tuffano. In maggioranza parlano l'inglese dall'accento Pidgin della Papua Nuuova Guinea. Ma gli accenti vanno dal malese, al tailandese, al cinese, all'inglese canadese e australiano.

Intorno a loro la foresta, e un filo di fumo che si leva dalle capanne del campo, e il canto di uccelli sconosciuti. Sembra davvero il paradiso, ed e' difficile pensare che potrebbe diventae un inferno di fango e rifiuti, come e' gia' accaduto in molte parti dell'Asia.

L'Isola di Nuova Guinea ospita da sola la terza foresta tropicale del pianeta. Un tempo non era cosi'. Le foreste si estendevano dal Sud-est Asiatico fino a Giava, Sumatra, al Borneo. Ora non piu'. In queste regioni non restano che frammenti di foresta, a cui non vengono dati che pochi decenni di sopravvivenza. Le grandi imprese malesi del legname, una volta esaurite le proprie foreste, hanno iniziato la corsa alle foreste della Nuova Guinea, ed in effetti gran parte di esse sono gia' state assegnate come concessioni.Proprio qui, attorno al Lago Murray, Greenpeace e' riuscita a fermare la distruzione avviata dalla Concord Pacific. E proprio da qui sta partendo un progetto innovativo per fermare la devastazione, dando alle comunita' tradizionali il potere di proteggere le proprie foreste.

E' nato cosi' il progetto di demarcazione ed ecoforestry, per cui tanti volontari sono venuti qui da tutto il mondo.Le canoe tornano lentamente verso la riva. Sta per iniziare il briefing.

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