venerdì 26 maggio 2006

Frontiere

Lago Munray, 26 maggio 2006. Una strada polverosa, sotto il sole. Una strada lunga, diretta verso futuri possibili, oltre le nuvole basse. Via dai giorni uguali del villaggio, dalle mattine di noia, dalle sere di oscurita' forzata. Verso la scuola, verso citta', verso un futuro di consapevolezza, forse di benessere. Ogni passo nella polvere un sogno oltre la frontiera: professionista, manager, o forse leader nazionale? Inventore o businessman, per dispensare il bene alla nazione, o quanto meno di mantenere la gente rimasta giu' al villaggio.
La strada e' un sogno, la frontiera e' sfuggente, e come un miraggio si sposta in avanti appena si crede di averla raggiunta. Non e' facile studiare per un ragazzo di villaggio, da solo contro il mondo. Ma anche se arrivi col massimo dei voti, scoprirai che non c'e' posto per te in un mondo in cui gli amici degli amici si sono gia' spartiti le sedie. La frontiera sembra un gioco sleale.

Nel villaggio si chiedono come mai Sep, il ragazzo che hanno mandato a studiare, non manda soldi. Perche' si tiene tutto per se'? Nel villaggio non accettano tradimenti. E allora un impiego qualunque, purchessia. Un formulario riempito frettolosamente, e la frontiera finisce in uno scalcinato commissariato di polizia. Intonaco scrostato, sangue e scritte sui muri. L'agente Sep e' di pattuglia nella citta' dei banditi. L'agente Sep pattuglia e studia, per quindici anni. Diritto penale e procedura civile, codice forestale, diritto privato.
Quindici anni di notti maledette e giorni infami, e l'investigatore Sep sale brillantemente i gradini della scalinata. Ma le investigazioni portano ad un vicolo cieco, agli amici degli amici, strade chiuse e banconote spiegazzate passate di mano in mano. Era questa la frontiera?

Una strada polverosa sotto il sole. E' piu' larga questa volta, la strada. Troppo larga, e troppo polverosa. Ruspe arrancano su diverse corsie. Camion carichi di tronchi sfrecciano avvolti in un turbinoso mantello di povere. Ingegneri malesi indicano un punto verso l'orizzonte, e squadre di mezzi pesanti partono squarciando la foresta in un caos di frastuono e metallo. La via del ritorno e' un'autostrada dell'inferno.

Al villaggio e' la miseria di sempre. L'oro rosso dei tronchi se ne va all'estero, tra le capanne resta celata la violenza. Donne incinte, uomini battuti. Hanno chiesto che i bulldozer se ne andassero, e invece e' arrivata la polizia. Nuove violenze, nuove umiliazioni.

L'investigatore Sep sente un malessere profondo. Non e' piu' fiero della divisa, quando gira per il villaggio. Sguardi obliqui che lo feriscono.

E allora l'investigatore Sep inizia una nuova investigazione, per conto suo stavolta. E scopre che la strada Kiunga-Aiambak non e' una strada, anche se e' larga come un'autostrada. Una impresa, chiamata Concord Pacific, ha ottenuto la concessione di costruzione per una strada che non porta da nessuna parte: lavori di interesse nazionale. Nel protocollo di contratto c'e' il diritto di prelevare legname per 40 metri su ambo i lati della strada, per i lavori di costruzione. I bulldozer invece si spingono fino a 15 chilometri in cerca di tronchi. La strada stessa si snoda come un gigantesco serpente, tornanti su terreno pianeggiante, in cerca di del legno migliore.
L'investigatore Sep ha studiato legge, conosce a menadito il codice forestale.

L'ex investigatore Sep ha denunciato i colleghi per corruzione, subito prima di firmare una lettera di dimissioni. Ora i tronchi non corrono via sui camion. Giacciono sulla strada, circondati dalla gente dei clan.
E inizia una guerra nuova nelle terre del Lago Murray. Non volano frecce ma ingiunzioni, denunce, memoriali. Avvociati si muovono dall'Australia, giornalisti dagli Stati Uniti. Greenpeace taglia i mercati del pirata malese in una ventina di paesi. Il villaggio dell'ex investigatore Sep e' diventato il centro del mondo.

Due anni dopo, la Concord Pacific ha perso il processo, la strada e la foresta sono abbandonate. L'ex investigatore Sep non ha piu' abbandonato il villaggio. Non porta piu' le scarpe ne' la camicia, non usa la fondina della pistola. Non lo distingueresti dagli altri se non per uno sguardo tutto suo.
Nel frattempo ha unito tribu' un tempo nemiche, ha convinto a lavorare assieme clan diversi, ha messo insieme il gruppo di forestali che gestisce il progetto di ecoforestry. La sua gente sta demarcando le terre assieme a Greenpeace, e forse tra un anno o due nuove regioni seguiranno l'esempio, nuove multinazionali dovranno abbandonare il campo di devastazione.

La strada e' sempre la', polverosa sotto il sole, e non porta da nessuna parte. Sep la frontiera l'ha inventata dietro la porta della sua capanna.

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