domenica 3 luglio 2011

Conglomerati cinesi e fondamentalisti americani


L’elicottero sorvola il villaggio, e all’improvviso si scatena l’inferno. Una pioggia di fuoco quella che cade sulle case, tra la gente che fugge. Il liquido infiammabile è sparso da un elicottero della polizia, dopo che nel villaggio ha fatto irruzione una composita truppa d’assalto composta da agenti di polizia, security privata e bande criminali.
Alla fine dell’incursione sul villaggio indonesiano di Suluk Bongkal, 400 capanne sono state carbonizzate, 70 abitanti del villaggio arrestati, e due bambini sono trovati morti, uno ucciso dalle fiamme, l’altro annegato in una pozza mentre fuggiva nella foresta. Gli arrestati saranno poi trattenuti per mesi senza processo.
I contadini del villaggio non volevano cedere le loro terre al colosso cartario che aveva ottenuto la concessione in una fetta di foresta già abitata. Il colosso cartario sino-indonesiano Asia Pulp & Paper (APP) ha un pressante bisogno di nuovi terreni da ripulire e mettere a piantagione, e il governo rilascia loro nuove concessioni senza curarsi dei diritti di indigeni e comunità locali e quando questi non accettano di abbandonare le proprie case, si passa alle maniere spicce.

L’impresa PT Arara Abadi aveva ottenuto la concessione alcuni anni prima, ma assieme ad altre imprese del gruppo APP, era finita nel mirino di investigazioni sul taglio illegale, che avevano portato al sequestro di un milione di metri cubi di legname. Secondo gli investigatori le concessioni erano state rilasciate in modo irregolare.
Probabilmente gli abitanti del villaggio di Suluk Bongkal avevano festeggiato, ma contro la polizia di Riau è intervenuto l’allora ministro delle foreste Malam Kaban, e dopo mesi di braccio di ferro istituzionale, il capo della polizia di Riau, brigadiere Suciptadi, era stato rimosso. Nel giro di pochi giorni, ecco la polizia locale schierata assieme alle guardie private della Arara Abadi nel distruggere il villaggio.
Suluk Bongkal non un’eccezione. L’espansione delle piantagioni minaccia, inoltre, direttamente la sussistenza e i diritti delle comunità forestali e dei popoli indigeni dell'area rischiando di aggravare le loro già difficili condizioni di vita, e conflitti similari sono diffusi trai Jambi e Riau. Le violazioni dei diritti umani si estendono anche ai giornalisti: nel luglio 2009 la security aziendale a di un’altra impresa del gruppo APP, la PT Lontar Papirup Pulp and Papers, ha sequestrato due reporter della televisione France 24, che riprendevano camion di tronchi.

"Con il vostro appoggio stiamo contribuendo a creare centinaia di migliaia di posti di lavoro in Indonesia" scrive la APP ai propri clienti preoccupati del fatto che iniziano a circolare sempre più informazioni sulle pratiche della APP.
La APP sostiene di lavorare per il benessere delle comunità delle aree in cui opera, lasciando intendere che il sacrificio delle foreste sia necessario allo sviluppo di un paese povero. Ma l’espansione delle piantagioni, quando non avviene ai danni della foresta pluviale, distrugge più posti di lavoro di quanti ne crei (le piantagioni industriali hanno un'intensità di lavoro molto più bassa dell'agricoltura tradizionale indonesiana) e causa grandi conflitti, spesso scacciando le comunità contadine dalle loro terre, lasciandole senza lavoro, casa e mezzi di sussistenza. Le foreste indonesiane danno da vivere a 30 milioni di persone, tra cui 300 gruppi indigeni, e la loro distruzione lascia questa gente senza casa, senza fonti di sussistenza, senza il loro ambiente e la loro cultura. La loro vita, sostenuta dalla foresta per migliaia di anni, si trasforma in una povertà senza radici né mezzi di sussistenza dignitosi. Secondo la FAO, in tutto il mondo le foreste danno da vivere 1,2 miliardi di persone, che vivono in sistemi agro-forestali, e ovunque, la deforestazione crea miseria. Non stupisce che i conflitti tra le sussidiarie della APP e le comunità contadine che vivono nelle nuove aree assegnate in piantagione, siano spesso aspri. Secondo un rapporto pubblicato da Human Rights Watch redatto sulla base dei dati forniti dalla Commissione per lo Sradicamento della Corruzione (KPK) voluta dallo stesso Presidente della Repubblica, il settore forestale indonesiano avrebbe sottratto circa 2 miliardi di dollari, tra tasse evase, sussidi "aggiustati" e prelievo di tronchi senza le necessarie autorizzazioni. La stessa cifra, secondo i calcoli della Banca Mondiale, sarebbe sufficiente ad assicurare l'assistenza sanitaria a 100 milioni di indigenti per almeno due anni.

Eppure, dall'altra parte dell'oceano, le accuse di imperialismo ambientaliste stanno Una associazione chiamata "Consumers Alliance for Global Prosperity" si è specalizzata in campagne contro gli ambientalisti, la cui colpa principale è proteggere le foreste e le specie minacciate "in questo modo condannano milioni di persone nei mondo in via di sviluppo ad ignobile povertà. Guarda caso, dietro la Consumers Alliance for Global Prosperity e le violente campagne anti-ambientaliste, si nascondono i finanziatori cinesi della APP, che secondo un'inchiesta del New York Times, sono riusciti a coinvolgere i Tea Party, l'ala più oltranzista del Partito Repubblicano, nel sostegno alla causa della APP: il diritto di importare cellulosa e carta dalla Cina e dall'Indonesia senza curarsi di inezie come gli impatti ambientali. Una bizzarra alleanza, ma il denaro fa miracoli. E il denaro alla APP non manca. Mentre assieme ai Tea Party, accusa gli ambientalisti di condannare alla povertà 100 milioni di indonesiani, l'impresa, controllata da uno degli uomini più ricchi del paese, continua sottrarre terreni ai contadini poveri. Sarà difficile convincere i contadini di Suluk Bongkal che le loro case e i loro campi sono stati dati alle fiamme per promuovere sviluppo e benessere.