giovedì 25 maggio 2006

L'inaugurazione di una nuova canoa



Lago Munray, 25 maggio 2006. A qualche decina di metri dalla riva, del lago, la canoa ci aspetta quasi pronta. Sembra prendere forma dall'albero che giace al suolo come un torsolo di mela. Accuratamente scavato all'interno, e modellato alle estremita', il tronco e' ancora coperto dalla corteccia, che sara' rimossa solo all'ultimo momento, affinche' la superficie viscida del legno appena scortecciato faciliti il trascinamento della canoa verso l'acqua. Perche' la canoa, che sul lago appare cosi' leggera e versatile, a terra e' pesantissima. Per costruirne una non basta trovare un albero della specie giusta, abbastanza largo, alto e dritto: questo deve trovarsi vicino alla riva, altrimenti il trasporto sara' impossibile. Quando le compagnie del legno arrivano e portano via tutti gli alberi di una certa dimensione - e anche loro preferiscono quelli presso la riva, dove il trasporto e' piu' facile - per la gente diventa impossibile costruirsi una canoa. E la canoa qui e' tutto. E' l'unico modo per muoversi da una parte all'altra del lago. Tutti usano la canoa, i vecchi e i bambini. Serve per pescare, per andare a caccia, per andare al mercato. La canoa e' vita.

Dopo gli ultimi lavori, la canoa viene faticosamente ribaltata e scortecciata. Quindi viene fatta rotolare di nuiovo su un tappeto di pali affinche' possa scorrere verso la riva. Con liane e cortecce viene saldamente imbragata, e a questo punto inizia il difficile: bisogna portarla in acqua.
Tutti afferriamo la grossa liana verde e uno, due tre, iniziamo a tirare. La canoa non si muove. Ancora. La canoa inizia a scricchiolare. Mi domando se a sera avremo finito, ma la canoa ora inizia amuoversi. Prima lentamente, poi sempre piu' veloci, poi velocissima. E sono grida di gioia, e ci sentiamo vicini, una cosa sola. Nel frattempo e' la canoa che, imboccato il pendio e rotolando sui pali, ci corre appresso come un missile lanciato verso il lago.

Ci buttiamo di lato per non farci travolgere, e solo allora mi accorgo dei due uomini bianchi in piedi sulla canoa. Il corpo dipinto di argilla chiara e in testa il copricapo cerimoniale in piume di Casawari. Sono le new-entry del clan. Hanno sposato una ragazza del clan del Pesce Gatto e si sono trasferiti dal proprio villaggio. Una tradizione del clan vuole che siano 'iniziati' con il primo viaggio di una nuova canoa. Non e' un viaggio confortevole, su una canoa lanciata a velocita' infilandosi tra i rami della foresta. Ma e' breve e finisce nel tuffo finale.

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