venerdì 15 aprile 2005

15 aprile 2005. Il pomeriggio a Inari, durante la conferenza stampa degli scrittori, nuovo afflusso di logger. E di politici, venuti dalla Francia, per attizzare il conflitto con insulti, frasi a effetto e altisonanti corbellerie. Il risultato e' poco efficace, le sciocchezze si smentiscono da sole. Ma la barriera di comunicazione, ches sembrava fosse possibile abbattere, e' di nuovo li. In nome del rifiuto di ogni critica, di ogni dissenso, di ogni discussione. Dietro i logger mandati allo sbaraglio, c'e' il grande assente, le multinazionali della carta. Gli scrittori avevano chiesto di incontrare la Stora Enso per ascoltare le loro ragioni, ma non hanno ottenuto risposta. Il messaggio e' chiaro: facciano il loro lavoro, senza occuparsi della carta su cui scrivono. Ma le cose non stanno cosi', e diversi di scrittori hanno alzato il telefono, parlato col proprio editore, richiesto garanzie. Quando saranno in molti a chiedere le stessa garanzie, anche l'industria si dovra' adeguare, e smettera' di alimentare la distruzione. Allora sara' possibile avviare una gestione responsabile di questo remoto paradiso. Rispettando di diritti delle foreste e della biodiversita', ma anche di chi viene ospitato in questi ambienti: i Sami, i taglialegna e di chi lavora con l'ecoturismo, che - detto per inciso- rappresenta la prima fonte di reddito nella regione.

giovedì 14 aprile 2005

L'incontro con i logger


Stazione forestale di Greenpeace 14 aprile 2005. Ci rechiamo alla stazione forestale di Greenpeace assieme agli scrittori, mella speranza di calmare le acque. La stazione e' ancora "assediata " dai logger, i taglialegna, che alzano cartelli contro greenpeace: Greenpeace nazi, Greenpeace=AlQuaida, Fuck FSC.

Slogan contraddittori piu' che altro, dato che la certificazione FSC sarebbe un metodo per aumentare, e non diminuire il lavoro. Ma sappiamo tutti che e' un'altra la partita che si sta giocando nelle foreste della Lapponia, e vengono costruite su misura minacce di licenziamento, per usare i logger come massa di manovra.

Nei giorni scorsi minacce e insulti. Questa mattina i logger hanno bruciato le croci di fronte al campo, simulando la simbologia del Ku Klux Klan. Dopo la visita alla stazione, proponiamo agli scrittori di approcciare i logger. Con loro non possono limitarsi agli urli e agli insulti, puo' essere un'occasione per aprire un dialogo. Gli scrittori raccolgono la proposta con entusiasmo: sono qui per conoscere, per parlare con tutti. Per una mezz'ora il nostro Niccolo' Ammaniti e Xavier Moro, lo scrittore spagnolo, scambiano opinioni e punti di vista. “Cosa direste se venissimo nel vostro paese a criticarvi, e a chiedervi di ripiantare le foreste che avete distrutto?” Ripetono i logger. “Ma certo, venite! - risponde Karel - abbiamo bisogno di critiche che siano costrittive. Ascoltare e' essenziale per cambiare. E noi non siamo qui per condannare nessuno, ma per dirvi, in amicizia, di non commettere i nostri stessi errori”. Uno spiraglio effettivamente si apre. Sembra quasi che si possa aprire un dialogo. Ma nello stesso momento gli attivisti, che demarcano le aree Sami, sono seguiti e minacciati, i cartelli rapidamente eliminati. Sembra che il conflitto sia deciso e alimentato altrove.



Torniamo stanchi e un po' depressi. Ma i Sami sembrano sapere come farci tornare il buonumore. Ci invitano nella sauna, e poi tutti dentro al lago. Dentro al lago? Si, basta spaccare la crosta di ghiaccio e buttarsi dentro. Facendo attenzione a non perdersi sotto al ghiaccio. Una cosa e' sicura, dopo la sauna l'acqua a zero gradi non e' affatto fredda. Ed e' vero, provare per credere. Cosi' come e' vero che questa strana cura fa tornare il buonumore. E anche l'ottimismo: domani e' un altro giorno.

mercoledì 13 aprile 2005

Arrivano le motoseghe


Stazione forestale di Greenpeace,13 aprile 2005. I tagliaboschi della Metsaehallitus hanno iniziato l'assedio al campo ambientalista. Dalla Stazione Forestale Rossano, cuoco di professione e attivista manda una mail allarmante: "Si sono presentati con un mostro lungo 15 metri, un trattore per la raccolta dei tronchi dotato di gru e rimorchio, con il quale hanno iniziato ad avvicinarsi al nostro campo con gran dispiegamento di cavalli vapore e luci. Il primo pensiero e' stato: 'ok, e' fatta, vogliono smantellare il campo!', non ci eravamo resi conto che la gru fosse disegnata per sollevare tronchi e nient'altro. E' stato un frenetico (e ammirabile nella sua efficienza, visto il poco tempo che pensavamo di aver a disposizione) prepararsi alla resistenza, con chi si incatenava ai container, chi vi saliva sopra, chi faceva foto e filmati..."
Ragazzi mandati allo sbaraglio, agitando il solito straccio: l'almbientalismo che minaccerebbe i posti di lavoro. Girano vestiti in tuta mimetica, portando coltellacci e accette, guidando mezzi ciondolati fin quasi sopra le tende del campo.
Insomma, la tensione sale, dobbiamo trovare il modo di controllare gli eventi.
Cambiamo tutti i programmi: domani si va alla Stazione Forestale.

martedì 12 aprile 2005

Scrittori nella neve



Nellim, 12 aprile 2005. La piccola comitiva che viaggia in questa area remota e' un po' speciale. E' un gruppo di scrittori europei venuti in questo angolo di mondo per vedere alcune delle ultime foreste primarie europee. Queste foreste vengono tagliate, prevalentemente per farne cellulosa, ed alimentare la domanda europee delle multinazionali della carta. Tra loro c' e' Niccolo' Ammaniti, che gia' da tempo si batte per il futuro delle foreste, ottenendo di stampare i propri libri su carta riciclata. Seduto con noi sulla pelle di renna, guarda la foresta che scorre ai lati. "E' un posto bellissimo - dice respirando profondamente - ti senti subito meglio. Dovrebbero venirci tutti gli scrittori, in posti come questo. E' davvero impressionante vedere da dove viene la carta su cui vengono stampati i nostri libri". Niccolo' Ammaniti e' stato tra i primi ad unirsi al progetto di Greenepace "scrittori e editori per le foreste” e stampando diversi suoi libri, tra cui il fumetto "Fa un po' male" e la ristampa di "io non ho paura”, sono stampati su carta amica delle foreste.



Gli allevatori Sami ci guidano lungo una pista segue i rilievi naturali, la posizione ce la da il sole invernale, abbassato verso il sud, oltre il confine. Piu' avanti si iniziano a vedere le impronte delle renne. Vengono qui a mangiare i lunghi licheni "a coda di cavallo” fatti cadere dal vento. L'unico cibo offerto loro da questo paesaggio di neve.

Ci fermiamo in un angolo meraviglioso di foresta, tra ceppi aguzzi e alberi centenari, dove in pochi minuti i nostri ospiti accendono un fuoco sulla neve e cuociono il caffe' dentro vecchi bollitori di ottone anneriti dal fumo. Buttando giu' bicchieroni di caffe' caldo, ci rilassiamo, Qualcuno resta un po' trasognato a guardare la foresta, qualcuno si lascia incantare dal fuoco. Alcuni scrittori parlano con i pastori Sami, altri con gli attivisti di Greenpeace. Si intrecciano le frasi si intrecciano sulla storia di questa foresta, considerata dalle autorita' come una 'foresta commerciale', ossia da tagliare a piacimento, e la storia del popolo Sami, che ogni anno si ritrova con un pezzo di terra in meno per le proprie renne, con un pezzo di vita in meno per la propria cultura.

Una breve sosta. L'acqua per il te si prende spaccando il ghiaccio di un lago, il fuoco si accende su un tappeto di rami adagiato sopra la neve con sapienza antica.

Sulla via del ritorno, mentre dal cielo iniziano a cadere i primi fiocchi di neve, gli scrittori si fermano a demarcare i margini dell'area dei Sami, affiggendo cartelli gialli che avvisano "area Sami, divieto di taglio". Ma sanno che la battaglia per le foreste la combatteranno prevalentemente a casa propria, battendosi per stampare i libri, innanzitutto i propri, su carta amica delle foreste, riciclata o certificata FSC, e aprendo la strada a un modo diverso di produrre libri.