martedì 11 ottobre 2005

Porto di Livorno, caccia ai tronchi


Livorno, 11 ottobre 2005. L'alba tarda a venire, tra le gru del porto. Boati ferrosi rombano come tuoni tra le sirene dei muletti. Sull'asfalto sporco di petrolio e rottami, le pozzanghere disegnano geografie impossibili. Ancora una rete da scavalcare, un deposito di auto da attraversare. Ancora da immatricolare, sedute tutte uguali nel piazzale come pecorelle elettroniche. Altra rete, e un labirinto tra torri di container. Cerchiamo una strada per raggiungere la nave, la nostra nave. In arrivo oggi dal Camerun. Non e' la prima volta, dovrebbe essere un gioco da ragazzi, ma non c'e' niente da fare, e' sempre cosi': quando ci sei ti senti sempre principiante.
E poi, la nostra nave, la Guan He Kou, arrivera' in tempo? Il cargo cinese sembra scomparso. Si presentera' per tempo? Comunque dobbiamo aspettarlo.
Le nuvole sopra le colline iniziano a tingersi di chiaro quando raggiungiamo l'ostello di campagna che ci fa da base. Ultimo briefing, check del materiale da arrampicata, qualche veloce scambio di parole e sguardi, e ci si stipa nei furgoncini. O la va' o la spacca.
Quando sbuchiamo da dietro un container tra gli sguardi attoniti della ciurma, piu' che una protesta sembra una corte dei miracoli: scale, corde, moschettoni, ragazzi in tuta, dodici costumi da gorilla, perfino due alberi che camminano oscillando per la banchina. Ma poi lo striscione si gonfia al vento che viene dal mare, e il quadro diventa piu' chiaro. I finti gorilla si arrampicano sul legname della nave con cartelli che indicano: questa era la mia casa.
Sulla banchina gli alberi indicano tristemente i loro fratelli segati a bordo della nave. Gli attivisti con lo striscione chiedono di fermare la distruzione illegale delle foreste pluviali.
Questa nave per noi e' speciale, perche' sappiamo da dove viene il legname. Conosciamo la sua storia. Le cataste sono marcate SIM, Societe' Industrielle de Mbang che ha la compartecipazione di aziende italiane, fra cui la Piattolegno e la Dassi. Dietro questo porto, nel nostro paese, ci sono i quartier generali.

Ma ogni giorno a Livorno arrivano montagne di legname tropicale che viene usato per i mobili e per l'edilizia. E in molti casi la storia e' esattamente la stessa. Elefanti, gorilla di pianura e scimpanze' muoiono un giorno dopo l'altro su queste banchine.
A sera la protesta finisce. Come tutte le proteste, forse con un po' piu' di clamore. Infatti per rimuovere gorilla, alberi e climbers, devono intervenire ben cinque corpo: polizia, carabinieri, guardia marina, guardia di finanza e perfino i pompieri. Il tutto per consentire alle cataste sospette di essere scaricate e introdotte nel mercato italiano. Le illegalita' commesse dall'azienda che le ha prodotte non rientrano nel quadro legislativo. Il crimine e' commesso all'estero, da una societa' estera. Che poi questa sia controllata da italiani, per la legge italiana evidentemente non conta.
E cosi' con le foreste africane, se ne va un pezzo di futuro.