venerdì 25 marzo 2005

Nelle foreste primarie della Finlandia




25 marzo 2005, Nellim, Finlandia nord-orientale, un migliaio di chilometri a nord da Helsinki. La slitta di legno scivola scricchiolando sulla neve. Lungo il fondovalle scorrono alcuni gruppi di alberi, laghetti gelati. massi granitici coperti di neve. Ai lati, sulla collina, scorre silenziosa la foresta.
Il veloce snowboard dei pastori di renne Sami ci rimorchia verso il cuore di una delle loro foreste. Siamo a meta' aprile, ma l' inverno non sembra ritirarsi, qui nella Lapponia settentrionale, se non nella neve appena umida nelle ore di massimo calore.

Sulla destra una serie di segni gialli ci avvisa che stiamo costeggiando il confine con la Russia. Ai lati mucchi di tronchi pluricentenari, tagliati e abbandonati ormai da anni, ci dicono che questa area e' stata tagliata nel settembre 2003. Man mano che ci addentriamo pero' , la foresta si fa sempre piu' intonsa, fino a trasformarsi in uno scenario stupefacente. Dopo chilometri e chilometri di alberi della stessa altezza, ora alti pochi spanne, ora maturi, ora appena piantati, ora la foresta appare nella sua bellezza incontaminata: alberi giovani protesi verso l' alto, altri ormai vecchi e contorti, come una sorta di giganteschi bonsai naturali, ceppi bruciati dai fulmini e rimasti nella foresta, dove offrono ospitalita' a centinaia di specie.

E poi silenzio, un immenso mare di silenzio invernale, dove il freddo sembra cristallizzare i pensieri sopra un orizzonte di incredibili colori tenui. Queste terre gelate sono state per millenni dominate da spiriti e forze misteriose governate dalla sofferta saggezza degli sciamani. E ogni culto sciamanico si concentrava attorno ad un albero cosmico, l'albero che sostiene il cielo con i suoi rami, e lo collega alla terra e agli abissi del sottosuolo, dove, attorno alle sue radici, si snodano trame misteriose.
Sui rami dell'albero cosmico, come corvi stanchi si poggiano le anime dei morti, in attesa di volare verso il cielo.
Oggi gli alberi cosmici vengono abbattuti. Tutti gli alberi vengono abbattuti, anzi, l'intera foresta. Qui infatti l'agenzia statale Mehtaellithus pratica ancora il taglio a raso, ossia tutta la vegetazione viene rimossa. Saranno poi ripiantati nuovi alberi tutti uguali, utili per la produzione di legno, ma la ricchezza di vita della foresta millenaria e' perduta per sempre. In Finlandia le foreste primarie sono concentrate tutte qui, nella regione nord-orientale. Si tratta appena di un ventesimo delle foreste del paese, non oltre 20 milioni di ettari: un'area per nulla essenziale all'industria. Ma assolutamente necessaria a centinaia di specie, alcune delle quali considerate minacciate dall'IUCN, come lo scoiattolo volante, la Ghiandaia siberiana e il Picchio tridattilo.

Secondo il Centro Regionale Ambientale di Kainuu, la frammentazione dei paesaggio forestale e il calo della quantità di legno morto al suolo causato dall'industria forestale, continuano a minacciare la sopravvivenza delle specie viventi tipiche delle foreste primarie. "Fino a quando tutte le foreste naturali e le foreste primarie non saranno protette dal taglio
industriale, sara' probabile l’estinzione di massa delle specie" conferma il Professor Ikka Hanski, dell'Universita' di Helsinki. Un quadro preoccupante.

Ma c'e' un altro aspetto di questa pratica: sta distruggendo la vita dell'ultimo popolo indigeno europeo, i Sami. L'allevamento brado delle renne e' alla base della cultura Sami. Questo popolo vive nelle aree settentrionali di Svezia, Norvegia, Finlandia e nella penisola russa di Kola. Nel lungo inverno artico, le foreste centenarie della Lapponia assicurano loro la sopravvivenza: sui rami e sul tronco degli alberi centenari cresce il lichene delle renne, che diventa il cibo invernale di questi animali quando l'erba e' irrimediabilmente coperta da uno strato di neve gelata. Le piantagioni di alberi a scopo produttivo sono inservibili. In questo modo la Metsaehallitus riperpetua un conflitto contro gli indigeni Sami vecchi secoli, fatto di leggi disciminatorie, volte alla distruzione della loro identita' culturale.


In teoria la legge finlandese e internazionale, oltre a un buon numero di accordi e convenzioni, assicura ai Sami il diritto di praticare la loro attività tradizionale, il pascolo delle renne in Lapponia. Negli ultimi due decenni, l’agenzia statale Metsähallitus ha però continuato a tagliare alberi in importanti foreste-pascolo delle renne. Oggi molte di queste aree sono già state tagliate.

A partire dagli anni '90 diverse comunita' Sami hanno chiesto una moratoria del taglio nei pascoli invernali, ma senza successo. Nel 2003, assieme a Greenpeace e all’Associazione Finlandese perla Protezione della Natura (FANC) hanno mappato le foreste ritenute essenziali al pascolo invernale delle renne. Sulla base di queste mappe, hanno richiesto una moratoria del taglio nelle aree identificate, fino a quando non sia stata raggiunto un accordo sul futuro delle foreste e sulla loro protezione dal taglio industriale. Questa richiesta è stata ignorata.

"Le pratiche della Metsähallitus decise a Helsinki discriminano la gente Sami" dice Hannu Magga, allevatore Sami di Lappi. "Sembra che i Sami siano sopportati giusto come decorazione, quando indossano i costumi tradizionali. Ma a parte questo, sembra che l'unico popolo indigeno della Finlandia non abbia alcun valore".
"I pascoli sono stati abbattuti così spietatamente, che gli allevatori sono rimasti senza pastura invernale. Aggiunge Kalevi Paadar, allevatore di Nellim. "Il lato orientale del gruppo di pascoli è stato tagliato così intensivamente che resta solo un posto in cui alle renne piace stare, dove resta un po' di foresta centenaria. Quest'inverno solo un terzo delle nostre renne è stata in quest’area. Il resto ha dovuto trovare riparo piu' a sud, in direzione delle aree protette di Saariselka".

Sulla neve troviamo le tracce recenti di un campo di taglialegna. Ceppi nudi, trucioli, rami , cortecce, e sulla neve ancora le tracce dei mezzi cingolati. Da un lato, un mucchietto di rifiuti, pacchetti vuoti di sigarette, alcune cartacce: il ciclo e' completo. Infatti gli alberi millenari portati via dalla Metsaehallitus finiranno presto buttati via proprio in questi rifiuti cartacei.
I giganti dell'industria della carta, Stora-Enso, UPM-Kymmene e M-Real sono i grandi acquirenti dei prodotti forestali della Finlandia, un quarto del mercato mondiale delle carte grafiche. Per rifornire questa vorace industria della carta, le foreste finlandesi vengono distrutte e trasformate in cellulosa, carta, imballi e quindi rifiuti. E non basta. Questi colossi importano e consumano un decimo di tutto il legno prodotto in Russia, in gran parte di origine illegale.