lunedì 14 settembre 2009

E' morto il dio della foresta?


I larici si arrampicano sul ciglio della montagna. I loro aghi soffici sono accesi dal sole al tramonto, e rilucono come ricami luminescanti, lievemente dorati sul verde scuro dell'erica.
Poco più sotto il lago brilla del suo azzurro più intenso. Sulle sue rive dorme Sills Maria, quieto villaggio semiesclusivo per professionisti annoiati.
I pini cembri, che contendono il suolo ai larici, palmo a palmo, profumano l'aria di balsamo. Più che una foresta, è una sottile striscia di bosco, che si snoda tra la valle, già a quota milleottocento, ai prati di apleggio sopra i duemila metri sul livello del mare. Eppure questo sottile e civilizzatissimo bosco, imbrigliato in una fittissime rete di sentieri, si trasformava in immense foreste incontaminate nella fantasia dei turisti ottocenteschi. Foreste impervie e buie, estese per valli e monti, popolate da belve feroci e bizzarri eremiti. Tra questi turisti, Friedrich Nietzsche, che nel suo vagare inquieto tra boschetti rocciosi, sistematizzava il suo Zarathustra.
Passeggiando sul morbido suolo del bosco, Nietzsche immagina di essere Zarathustra che discende dai monti dopo anni di eremitaggio, e si imbatte in un vecchio santo, che vive tra i boschi componendo inni a Dio. L'eremita lo sconsiglia dal lasciare la natura incontaminata e tornare nella città. "Non recarti tra gli uomini! Rimani nella foresta! Va' piuttosto tra gli animali! Perché non vuoi tu essere come me, orso tra gli orsi, uccello tra gli uccelli?" Il Nietzsche-Zarathustra non segue il consiglio del vecchio eremita, per un motivo preciso: "è mai possibile? - si domanda - questo vecchio santo nella sua foresta non sa ancora che Dio è morto."
Il mondo è ora incerto. Dio è morto, e la foresta non è più un rifugio dalla furia degli uomini. Non è più luogo di ritorno alla purezza originaria. La foresta sarà presto sbancata per fare posto a villette in cemento, o per produrre carta su cui stampare pubblicità - Gli uomini e la foresta condividono oramai lo stesso futuro di incertezza. Il destino dell'uomo non origina più dai riti ancestrali della foresta. E' il destino della foresta ad essere appeso al filo della produzione di massa. Nessuno potra più essere orso tra gli orsi, uccello tra gli uccelli.