martedì 12 aprile 2005

Scrittori nella neve



Nellim, 12 aprile 2005. La piccola comitiva che viaggia in questa area remota e' un po' speciale. E' un gruppo di scrittori europei venuti in questo angolo di mondo per vedere alcune delle ultime foreste primarie europee. Queste foreste vengono tagliate, prevalentemente per farne cellulosa, ed alimentare la domanda europee delle multinazionali della carta. Tra loro c' e' Niccolo' Ammaniti, che gia' da tempo si batte per il futuro delle foreste, ottenendo di stampare i propri libri su carta riciclata. Seduto con noi sulla pelle di renna, guarda la foresta che scorre ai lati. "E' un posto bellissimo - dice respirando profondamente - ti senti subito meglio. Dovrebbero venirci tutti gli scrittori, in posti come questo. E' davvero impressionante vedere da dove viene la carta su cui vengono stampati i nostri libri". Niccolo' Ammaniti e' stato tra i primi ad unirsi al progetto di Greenepace "scrittori e editori per le foreste” e stampando diversi suoi libri, tra cui il fumetto "Fa un po' male" e la ristampa di "io non ho paura”, sono stampati su carta amica delle foreste.



Gli allevatori Sami ci guidano lungo una pista segue i rilievi naturali, la posizione ce la da il sole invernale, abbassato verso il sud, oltre il confine. Piu' avanti si iniziano a vedere le impronte delle renne. Vengono qui a mangiare i lunghi licheni "a coda di cavallo” fatti cadere dal vento. L'unico cibo offerto loro da questo paesaggio di neve.

Ci fermiamo in un angolo meraviglioso di foresta, tra ceppi aguzzi e alberi centenari, dove in pochi minuti i nostri ospiti accendono un fuoco sulla neve e cuociono il caffe' dentro vecchi bollitori di ottone anneriti dal fumo. Buttando giu' bicchieroni di caffe' caldo, ci rilassiamo, Qualcuno resta un po' trasognato a guardare la foresta, qualcuno si lascia incantare dal fuoco. Alcuni scrittori parlano con i pastori Sami, altri con gli attivisti di Greenpeace. Si intrecciano le frasi si intrecciano sulla storia di questa foresta, considerata dalle autorita' come una 'foresta commerciale', ossia da tagliare a piacimento, e la storia del popolo Sami, che ogni anno si ritrova con un pezzo di terra in meno per le proprie renne, con un pezzo di vita in meno per la propria cultura.

Una breve sosta. L'acqua per il te si prende spaccando il ghiaccio di un lago, il fuoco si accende su un tappeto di rami adagiato sopra la neve con sapienza antica.

Sulla via del ritorno, mentre dal cielo iniziano a cadere i primi fiocchi di neve, gli scrittori si fermano a demarcare i margini dell'area dei Sami, affiggendo cartelli gialli che avvisano "area Sami, divieto di taglio". Ma sanno che la battaglia per le foreste la combatteranno prevalentemente a casa propria, battendosi per stampare i libri, innanzitutto i propri, su carta amica delle foreste, riciclata o certificata FSC, e aprendo la strada a un modo diverso di produrre libri.

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