mercoledì 24 maggio 2006

Il vecchio e l'albero


Lago Munray, 24 maggio 2006. Oggi e' un giono di sentimenti contrastanti. Il progetto di ecoforestry vede il suo primo vero inizio qui, presso il villaggio di Awekam, sul lago Munray, provincia occidentale della Papua Nuova Guinea.

Questa parte di foresta presso il villaggio, gia' demarcata alcune settimane fa, e' stata destinata all'ecoforestry. I blocchi di taglio sono stati accuratamente delimitati, ed e' stato completato l'inventario forestale. Tutti gli alberi sono stati marcati e registrati.
opo un chilometro di cammino nella foresta arriviamo all'albero che sara' abbattuto. E' una grande pianta di rosewood (Pterocarpa)che si erge possente verso il cielo, carico di felci e liane. Vedo le foglie scintillare al sole e le liane pendere disegnando strane figure nell'aria, e mi domando se sia un sacrificio necessario.

Di fronte all'albero, su un fresco tappeto di foglie di palma, siede a gambe incrociate l'anziano del villaggio. Un uomo ossuto, dalla lunga barba grigia, indossa quel che resta di un paio di pantaloncini. Guarda l'albero in silenzio, con sguardo profondo.
Uno di fronte all'altro, i due vecchi della foresta, l'uomo e l'albero, e il loro silenzio sembra congelare per un istante l'intera foresta.
Poi il vecchio parla. Si rivolge agli spiriti della foresta per spiegargli cosa sta succedendo, e chieder loro il permesso di abbattere l'albero. "La nostra gente ha sempre rispettato la foresta. Ora abbiamo bisogno di questo albero, e di altri in futuro. Ma ci impegnamo a piantare dieci alberi al suo posto e ad averne cura, e ad avere cura di tutta la foresta. Questo e' il trattato che vi proponiamo, e che ci impegnamo a rispettare, qui di fornte a tutti."

Solo quando il vecchio tace, la vita sembra riprendere. Voci umane e canti di uccelli e grilli tornano a riempire l'aria, prima di essere soverchiati dal rumore della motosega.

L'albero cade al suolo con uno schianto che fa tremare la terra, seguito da una magica pioggia di foglie. C'e' qualcosa di triste ma anche di solenne nell'aria. Questo e' il primo albero il cui legname sara' venduto dal clan sul mercato internazionale, saltando tutte le intermediazioni. Pochi alberi basteranno ad assicurare i servizi esenziali, l'educazione e la sanita', la gente qui non chiede di piu'. Non ci sara' piu' spazio qui per operazioni su vasta scala, per distruzioni massicce, per il taglio a raso come nella vicina strada aperta dale compagnie malesi. Se il progetto fuunziona e si diffonde, anche le altre comunita' vorranno seguirne il modello, in aree dove le multinazionali malesi del legno gia' avanzano minacciose, lasciando diestro di se' il consueto carico di distruzione.

Questo albero mostra che un altro modello di sviluppo e' possibile. Rispettoso della foresta e della sua gente. Forese davvero qui, oggi, un albero abbattuto puo' salvare la foresta.

Nessun commento: