giovedì 1 aprile 2004

Verso le Province dell'est

Batouri, 1 aprile 2004. Lasciamo Yaounde' la mattina verso le otto e mezza, dopo i preparativi necessari, e alcune rapide riunioni. Il cielo e' pieno di nuvole, ma per ora il tempo sembra reggere.
Lungo la strada, una meta' abbondante del traffico sono camion di tronchi, la maggior parte di quelli che incontriamo vengono dalle concessioni di Hazim e IngF, tra le piu' malfamate del paese. Ci fermiamo intorno a mezzogiorno per prendere un caffe' nella cittadina di Ayos. Dopo il ponte sul fiume finisce la strada asfaltata e inizia la rotta dell'incertezza che ci accompagnera' fino alla fine del viaggio.
La strada che porta a est non e' molto affidabile, i camion corrono a tutta velocita', carichi di tronchi enormi, marciando al centro della carreggiata. Queste strade sterrate, frequentate da gang organizzate di banditi-cacciatori professionali, dotati di armi da guerra, sono il percorso abituale dei camion carichi di tronchi che portano il legname destinato ai porti italiani, ai nostri mobili, ai nostri parquet. Qui un buon autista vuol dire tutto. Quando passa un camion in direzione contraria, sembra di assistere all'arrivo improvviso di un cataclisma. Appare prima la nube di polvere, poi si vede il camion che avanza a tutta velocita', sbuffando fumo rosso dai lati come una locomotiva impazzita, quindi all'improvviso, mentre l'auto sterza per evitare quella massa furiosa, una nuvola di polvere densa e rossa avvolge tutto. L'autista, per non pendere la rotta, punta l'indice sul parabrezza e ve lo tiene fisso fino a quando la nuvola di polvere non si dirada, e l'auto, miracolosamente, e' ancora in carreggiata.

Non e' cosa rara che uno di questi camion travolga le persone che comunemente camminano sul bordo della strada, per andare da un villaggio all'altro, per andare ai propri campi. Gli autisti sono pagati a cottimo, e fanno di tutto per abbreviare i tempi, saltando turni di riposo, andando a velocita' incontrollabile, anche la notte. E' facile finire fuori strada, col carico di tronchi, in prossimita' di villaggi, riducendo in poltiglia le povere capanne di fango, con la gente che vi e' dentro. Lungo la strada le carcasse di diversi camion che arrugginiscono lentamente al sole raccontano solo alcune delle tragedie stradali del mercato dei tronchi.

Passiamo le citta' di Abong Mbang e Bertoua, e ci fermiamo a Batouri, centro di smistamento di tronchi, di traffico di oro, nonche' rinomato per la pregiata fabbricazione di diamanti falsi. In un ristorante che e' piuttosto un cubicolo mangiamo cous-cous, una massa compatta di glutine di riso senza sale, da cui si staccano dei pezzetti che dopo aver debitamente appallottolato con la mano, vengono intinti in una salsa rossa e saporita. Guardo la matrona che gestisce il ristorante e rimango incantato dai colori del vestito che indossa, e mi domando come faccia a sopravvivere in quel calore con tre o quattro strati di vestiti, ma a lei sembra normale. C'e' anche un ristorante piu' di lusso, poco piu' in la, che offre selvaggina. No, non hanno elefante al momento, e anche il varano e' terminato. Ma basta aspettare qualche giorno.

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