domenica 15 aprile 2001

Nemica foresta.


La pioggia cade ormai da ore. La piccola barca a motore fende l'acqua del fiume, affrontando le raffiche di vento zuppo. Non parliamo. Intorno c'e' solo il frastuono del motore, l'acqua e il vento che penetrano fino alle ossa, e l'enorme foresta che scorre scura tra il grigio del cielo e il grigio del fiume.

Appena percepibile nel suo nuotare elegante, un'anaconda attraversa il fiume. Qui la chiamano sucuri, parola dal suono terribile. Tornano alla mente storie di seringueiros, raccontate alla luce tremolante di una candela, che ingigantisce le ombre lungo il tetto di paglia. Racconti di orribili mostri acquatici che ti aspettano dietro ogni ansa del fiume, per ingoiarti con tutta la canoa. Ma l'anaconda ha i fatti suoi a cui pensare. La pioggia invece, con le sue raffiche, toglie il coraggio, la forza, la voglia di andare avanti.

Cerco di immaginarmi di essere foresta, per accogliere questa pioggia come una linfa di vita, cerco di pensare che il la visiera del mio berretto, da cui zampilla un ricco rivolo di acqua, sia una roccia coperta di muschio. Che la maglietta che mi sventola addosso schizzando, sia la fronda di un albero che ondeggia al vento. Ma non funziona: sono fradicio e ho freddo, la foresta mi e' estranea, cosi' come io sono estraneo a lei. E vorrei soltanto un letto caldo.

La foresta ha vinto la mia battaglia, ha fiaccato in poche ore tutta la mia volonta', ha riportato al suo posto questo piccolo moscerino invasore.
La sua ombra oltre il fiume incombe sempre piu' nera. Vedo i pinnacoli che si ergono fino al cielo attorcigliandosi per poi ricadere in cascate di fronde e liane, fin nel profondo intrigo buio di umida decomposizione, di malattie bizzarre e di tempi dilatati dal lento e precipitoso ritmo del regno vegetale.

Ed e' in questa dimensione estraniata, che non e' piu' del mio mondo, che la foresta mi accoglie. Con gentilezza allevia il peso che mi opprime le reni, e mi conduce per mano nel Paese senza domande e senza risposte, dove l'aria spessa squaglia sogni e ragioni.

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