sabato 10 novembre 2007

Singapore


Singapore

Non e' un posto, Singapore e' un segno su una carta geografica, una citta' virtuale, un immenso transito di merci anone racchiuse in milioni di container uguali a se' stessi. E poi, grattacieli, giardini e centri commerciali, e tutto il necessario per una perfetta immagine di city globale, come in un modellino in scala appena uscito da uno studio di architetti. Qui hanno sede molte delle holding che governano il saccheggio delle foreste del Sud-est asiatico, dell'Oceania, dell'Africa, perfino dell'Amazzonia. Carta, legname, olio di palma passano di qui sotto forma di cascate numeriche, di rimbalzo tra conti bancari sparsi per il mondo. Ma non c'e' traccia di disordine, qui. Ordine, pulizia e consumo, comandamenti di un capitalismo asiatico liberista e autoritario. Qui perfino i piloni di cemento dei viadotti sono dipinti di un bianco immacolato, ed e' severamente vietato masticare chewing gum in pubblico. Solo frammenti nella citta' vecchia ricordano che ogni posto e' fatto di persone: un tempio buddista soffocato da grattacieli, una bettola cinese, un vicolo di retrobottega, ma sono solo labili dejavou, trasparenze inafferrabili.

E allora, via, di nuovo verso la costa dirimpettaia di Sumatra, e le sue sofferenti foreste. Ma non ci sono voli via Pekanbaru ne' via Jakarta. Bisogna andare via nave: traghetto per Batam, quindi altro battello per Tembilahan, e via strada fino a Rengat.

Arrivanti a Batam, scopriamo che il battello per Tembilahan parte da un altro porto, sul lato opposto dell'isola. L'aria e' arroventata dal sole. Bene, carichiamo i bagagli e cerchiamo un autobus che ci porti la'. Troviamo un pullman scalognato che ci porta traballando attraverso una strada costeggiata da colline, laghi e piccoli boschetti. Ma quando arriviamo scopriamo che frattempo il traghetto se n'e' andato. Dobbiamo aspettare l'indomani.

Cosi' passiamo la notte a Batam, citta' quieta e mezzo addormentato porto franco, pieno di negozi e dancing equivoci frequentati da mercanti cinesi e prostitute malay. Ma e' un sonno apparente. Sorella minore di Singapore, ha ricevuto lo status di zona franca che dovrebbe assicurarle uno sviluppo sfolgorante. Immigrati da tutta l'Indonesia accorrono a frotte intere citta' di villette a schiera vengono costruite sulle colline.

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