martedì 6 agosto 2002

Nella rumenta



Isola di Olohon, 6 agosto 2002. La mattina alle sette la sveglia e' suonata da un gong artigianale -un vecchui cerchione di camion trovato tra i rifiuti- L'acqua gia' bolle nei pentoloni e nelle grosse teiere. La colazione, tipicamente russa: porrige di riso e da pesce affumicato con cetriolini. Quindi si parte per il bosco e per sette-otto ore si raccolgono rifiuti rimestando tra cocci, vetri spezzati, barattoli arrugginiti (non sempre vuoti), pezzi di macchinari arrugginiti, lastroni di eternit e amianto, resti chimici e scarti animali, piu' o meno in avanzato stato di decomposizione. Quanto basta per rivoltare gli stomaci piu' robusti.. E' un lavoro duro, fisicamente e psicologicamente, appesantito da un viaggio lungo ben sette fusi orari. Ma il clima del campo e' leggero, si scherza, si gioca e si lavora in team. Nei primi tre giorni di lavoro si raccolgono mille sacchi di rifiuti e tre camion di rottami di ferro.



Mentre il sole tramonta lentamente in una incredibile esplosione di colori, ci si butta nella sauna da campo (i russi proprio non possono farne a meno) per rimuovere dalla pelle la stanchezza e le tossine accumulate Dalla sauna ci si tuffa direttamente nelle acque gelate del lago.

1 commento:

ivan ha detto...

caro sergio.. un capo indiano diceva ai bianchi... impressionato dal loro meschino comportamento... continuate a contaminare il vostro letto,,la terra,, e un giorno soffocherete nei vostri stessi rifiuti..grazia greenpeace ivan di maddalena...