venerdì 16 settembre 2005

Saccheggio illegale


Mbam e Kim, 16 settembre 2005. Piove di continuo. Quando usciamo dalla jeep, l'acqua continua a cadere. I piedi affondano nella terra, smossa di recente dalle ruspe e gonfia di acqua. La strada attorno a noi e' un panorama di devastazione. Alberi ritorti ammassati ai lati, tra terra sbancata e massi divelti. Al centro della strada, un fosso scavato dalla pioggia torrenziale: in breve questa strada, quasi in verticale, iniziera' a erodere la foresta. O quel che ne rimane.

La strada conduce a un'area di stoccaggio dei tronchi, piena di tronchi abbattuti e abbandonati. Molti portano il marchio della compagnia, si chiama "SIM", ma il codice indica un permesso di taglio lontano una decina di chilometri almeno. Altra strada, altra area di stoccaggio. Questa volta i tronchi non sono neppure marcati. Altra strada, altra area di stoccaggio, e compare un'altro logo, quello di una societa' minore, in realta' un prestanome della compagnia. Scopriremo poi che la compagnia disponeva un titolo di taglio, ormai scaduto, su un'area di 2000 ettari, ma nel frattempo ha operato, e continua a operare, in tutta la zona circostante, usando diverse sigle e diverse coperture, e delegando le proprie operazioni piu' sporche a un subappaltatore che opera ora sotto un nome, ora sotto un altro. I permessi impiegati poi sono un capolavoro di fantasia: quando non si tratta di quello di una concessione ben lontana, se ne usano di diversi. Come il permesso per rimuovere i tronchi abbattuti durante le opere di sviluppo. Si, per esempio costruire ponti, infrastrutture o altro. Ma davanti ai nostri occhi c'e' solo una foresta devastata. Sembra l'unica opera da queste parti. Di sviluppo? Sentiamo cosa ne pensano li abitanti della zona.


La prima sosta e' presso il capo villaggio, che ci racconta della felice collaborazione della sua gente con la compagnia. Un bel giorno gli abitanti del villaggio vedono arrivare gli uomini della SIM che fanno loro tante promesse. In cambio, assicurano, hanno gia' ottenuto il permesso di tagliare nella loro foresta. Il permesso in realta' non esiste, o almeno e' un po' strano. Quello che succede alla gente del villaggio e' ancora piu' strano. Gli abitanti del villaggio infatti non sanno che -per legge- gli spetta un tanto al metro cubo. Poca cosa rispetto al valore del legno, appena un euro e mezzo o due, niente se comparato al valore del legname appena sbarcato in Italia: 500-800 Euro o piu'. Poco o tanto, loro non lo sanno, ne' glie lo dice l'uomo della SIM, che si limita a raccogliere desideri, metterli su un pezzo di carta, firmarlo in pompa magna e poi portarselo via. Si, proprio cosi': se lo porta via. Alla gente del villaggio non resta neppure una copia del "contratto", figuriamoci le opere pubbliche che l'impresa si era impegnata a costruire: i due ponti, la scuola, la casa comune, il campo di calcio. Anzi no, il campo di calcio e' stato costruito: un'area spianata a raso (magari per portarsi via gli alberi annessi). Ma in discesa. Si, il campo non e' che un pezzo di terra sbancata, tutta buche, ma soprattutto e' in chiara pendenza, cosi' che la squadra che gioca dal lato alto sa gia' di vincere. Buon per loro. Nient'altro, a parte dei pezzi di lamiera ondulata. Forse avevano terminato gli specchietti e le collanine... Le ruspe intanto devastano la loro foresta, portandosi via ogni giorno una decina di camion carichi di tronchi di ayous, iroko, aniegre. Gli abitanti del villaggio, ingrati per il campo truccato, insistevano sulla costruzione di almeno uno dei due ponti. Beh, dopo diverse proteste alla fine la compagnia promette di mandare una ruspa. Tutti esultano quando la ruspa promessa arriva il giorno successivo. Ma nella fretta si gli impiegati dimenticano di costruire il ponte, e vanno dritti dritti in foresta, a sbancare una nuova area. La gioia si trasforma in furia, e l'intero villaggio blocca i camion dei tronchi. Il finale lo sappiamo tutti, e' quello di sempre: telefonata alla capitale, finta trattativa, poi dalla compagnia chiamano direttamente l'ufficio del governatore, e la gendarmeria arriva e arresta gli 'insorti'. I gendarmi non sanno, ovviamente, che qualcuno si sta portando via illegalmente la foresta. Storie di ordinaria normalita'. Per la cronaca: il ponte e' stato costruito, alla fine. Usando legno tenero, in modo che durasse solo il tempo dei lavori di taglio; ora inizia gia' a marcire.

La sera, alla pallida luce della lampada a petrolio, mettiamo insieme i dati raccolti, prima di tuffarci sotto la zanzariera.

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