giovedì 25 marzo 2004

Sulle strade del legno illegale.

Yaounde', 25 marzo 2004. Appena usciti dall'aeroporto della capitale, una sagoma scura rivela la presenza della grande segheria della Ingegnerie Forestiere, che chiameremo IngF. L'odore dolciastro di legno tropicale in essiccazione si mescola agli altri odori della sera. Un'aria piena e dolciastra, densa di petrolio, di fiori appassiti, batteri, muffe e vegetazione, di vita che insegue la morte negli angoli oscuri della decomposizione.
La mattina successiva, di fronte a una tazza di te' iniziamo a pianificare il viaggio, a segnare nomi e ipotesi sulla cartina, a discutere obiettivi, mentre il vento inizia a soffiare facendo sbattere porte e finestre. Siamo venuti per verificare cosa accade davvero dall'altro lato del legno: la foresta. Qui infatti si trovano le grandi foreste ancora relativamente intatte, gia' assegnate in concessione alle compagnie del legno. In questa regione mal collegata e poco controllata dalle autorita', le imprese di estrazione del legno dettano legge: sono esse a controllare di strade e servizi, e fino a poco fa finanziavano ufficialmente pubblici ufficiali e gendarmeria. Dalla valle verso le colline di Yaounde' sale una nuvola di povere rossastra che ricopre tutto come nebbia. La segue un violento acquazzone.
L'acqua cade a scroscio, portando via polvere e brandelli di terra, facendo esplodere fognature, lavando e sporcando senza discernere. Guardo ammirato la violenza dell'acqua, e mi domando se non sia un cattivo segno: l'inizio della stagione delle piogge vuol dire strade impraticabili, e sospensione delle attivita' in foresta. Ma qui per tutti l'inizio della stagione delle piogge e' un sollievo. La fine del caldo, della povere, della siccita'.

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